Coro Polifonica Friulana Jacopo Tomadini
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Orlando di Lasso (e autori vari) 

PASSIO DOMINI NOSTRI JESU CHRISTI SECUNDUM LUCAM

 

di Marco Rossi (1960-2018) e Sandro Bergamo

POLIFONICA FRIULANA JACOPO TOMADINI A. P. S. - c/o Studio Galante Via O. Manfrin 18/c - 33078 San Vito al Tagliamento (Pn) - Friuli Venezia Giulia - Italia

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Foto locandina Passio Polifonica Friulana Jacopo Tomadini
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Il canto del "Passio" era fatto per consuetudine nell'ambito delle celebrazioni della Domenica delle Palme (secundum Matthaeum) o il VenerdÏ Santo (secundum Joannem).
"Il racconto cosÏ come si snoda, con i suoi personaggi, col pathos che suscita, è già drammatico. Probabilmente tale era il modo di leggere cui allude S.Agostino ... Col secolo IX compaiono Evangeliarii che riportano litterae significativae sovrapposte al testo: non si riferiscono aduna ripartizione di ruoli nella declamazione del Passio, perchÈ fino al secolo XIII veniva fatta da un solo Diacono. Il C (celeriter) prescrive un andamento spigliato nelle parti narrate dall'evangelista; il T (tenere) indica una recitazione rallentata per le parole di Cristo; S (sursum) indica una intonazione pi˘ acuta per gli altri soliloquentes (Pilato) e le turbae. Alla diversa altezza di intonazione, si aggiungeva la ricerca di espressioni appropriate; ne fa fede Durand, vescovo di Mende, quando insegna che le parole di Cristo vanno cantate dulcius, quelle degli ebrei urlanti clamose e cum asperitate vocis e la parte conclusiva della passione in tono doloroso. Verso la met‡ del secolo XIII si introduce la prassi di suddividere fra tre cantori: una voce media (o tenore di tipo antico) per l'evangelista; un basso per il Cristo, un alto o tenore acuto per i soliloquentes e le turbae. CiÚ avveniva a S.Sabina (Roma) con il "gros livre" del 1524; nella curia romana questo tipo di lettura diventava abituale solo nel secolo XVI... Nell'epoca della polifonia si puÚ musicare le parti della turba con la tecnica motettistica ..."
(V.DONELLA Musica e liturgia Ed.Carrara, Bergamo 1991, pp.236-237).
Orlando di Lasso (Mons, Hainaut, 1532 - Monaco di Baviera, 1594) compose le quattro Passioni in forma responsoriale, con alcune varianti nell'organico esecutivo: i testi di San Matteo e San Giovanni sono musicati polifonicamente, con interventi corali a 5 parti a cui rispondono gruppi di due e tre voci, le Passioni di San Luca e San Marco sono lavori pi˘ brevi, nei quali le sezioni polifoniche sono costruite solamente sulle risposte corali del popolo.
La Passione secondo Matteo Ë sicuramente opera originale del compositore fiammingo, le tre restanti non sono definitivamente attribuibili a Orlando di Lasso. In origine il testo della Passioni (nelle quattro versioni degli evangelisti) viene inserito all'interno delle celebrazioni liturgiche della Settimana Santa. In particolare la Passio secundum Lucam si colloca nella Feria IV Majoris Hebdomadae dopo il canto dell' Introitus, del Graduale, del Tractus e delle Orationes e Letiones. Seguono l'Offertorium ed il Communio, e quindi le formule conclusive del sacerdote. 
Il progetto esecutivo di questo concerto intende proporre la versione completa del Passio Domini nostri Jesu Christi secundum Lucam (la cui versione manoscritta risale al 1582), con il corretto inserimento delle sezioni polifoniche a quattro parti nel testo intonato del "Passio" secondo la prassi del canto piano ripresa dall'Evangelario.
Sul "canovaccio", affidato a tre lettori (lo Storico, Cristo e la Turba per la parte monodica, una formazione vocale ridotta di 12 cantori per la parte polifonica) il coro, nella sua formazione completa (25 cantori) interviene, a completamento del lavoro di ricostruzione, interrompendo la narrazione con alcune composizioni polifoniche specifiche. Queste ultime sono state scelte volutamente prescindendo dallo stile di Lasso: il canto di meditazione ferma la narrazione sull'avvenimento che vuole commentare distaccandosene anche stilisticamente.
CosÏ, accanto a brani coevi (Tristis est anima mea e Sepulto Domino tratti dai Responsori del Triduo rispettivamente di Viadana e Ingegneri) intervengono le composizioni di autori del Romanticismo e del Novecento (ad es. Caligaverunt di Colin Mawby o Vexilla Regis di Anton Bruckner). Completata la narrazione della Passione, segue l'adorazione della Croce al canto degli Improperia (ritornello Popule meus di De Victoria e strofe in gregoriano) fino al momento della resurrezione (tre antifone gregoriane dei Vespri di Pasqua e Haec dies di Gaspar Ett).

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